Panelaky
Le zone periferiche più esterne di Praga e Brno sono costituite soprattutto da enormi complessi residenziali risalenti agli anni Settanta, caratterizzati da file serrate di palazzi a molti piani, noti in ceco come panelaky (al singolare panelak), perché costruiti usando pannelli prefabbricati di cemento armato. Ogni blocco contiene centinaia di appartamenti identici e ogni complesso decine di blocchi identici.
Contrariamente a un’opinione diffusa secondo la quale queste periferie di cemento siano abitate da classi sociali disagiate, i panelaky ospitano un ampio spettro della società ceca, sono ben serviti da trasporti pubblici e servizi locali e ben forniti di spazi verdi e di strutture collettive.
Dopo la fine del comunismo, i pochi che potevano permetterselo si sono spostati dai panelaky a case e villette indipendenti ai limiti della città. L’ingresso della Repubblica Ceca nell’Unione Europea ha però comportato, in previsione di un’espansione del mercato, un forte aumento dei prezzi nel settore immobiliare, che ha fatto sì che gli appartamenti nei panelaky, grazie ai loro affitti controllati, continuassero a rappresentare una soluzione abitativa ragionevole.
Al contrario dei palazzi analoghi per periodo e ispirazione che sorgono in molte città russe, i panelaky di Praga e di Brno non furono però né particolarmente economici, né rapidi da costruire. La loro edificazione è stata piuttosto motivata da fattori di natura prevalentemente ideologica: l’assoluta omogeneità delle abitazioni, che si pone in antitesi con l’individualità borghese, intendeva testimoniare l’affermarsi di un nuovo ordine sociale, fondato su un ideale di uguaglianza.
2005